2002 - 2005



La squadra viene affidata alla saggezza di Eugenio Fascetti, tecnico esperto della serie cadetta, abile a far maturare giovani talenti, ma le tensioni interne, con calciatori da mesi senza stipendio, sono altissime. Il ritiro estivo della Fiorentina è decisamente turbolento, tra contestazioni e incertezze. L’agonia è comunque breve: la società di Vittorio Cecchi Gori non fornisce le garanzie necessarie per l’iscrizione al campionato di Serie B e così, dopo 76 anni di vita, la Associazione Calcio Fiorentina termina la sua gloriosa esistenza (verrà dichiarata fallita il 27 settembre 2002). Vengono meno tutti i contratti con i giocatori che pertanto sono liberi di cercarsi nuove sistemazioni e accasarsi altrove. Contemporaneamente, giovedì 1° agosto 2002, il sindaco di Firenze Leonardo Domenici fonda una nuova società con il nome di Fiorentina 1926 Florentia s.r.l. subito rilevata da Diego Della Valle e trasformata in s.p.a. con il nome di Florentia Viola. Diego Della Valle, noto imprenditore marchigiano del settore tessile e calzaturiero (con i marchi Tod’s, Hogan e Fay), insieme al fratello Andrea, garantisce così la continuità del football a Firenze. Si riparte senza squadra, senza maglie, senza palloni, senza sponsor e senza una sede, ma con entusiasmo e tanta passione. Gli ingredienti giusti per un’immediata risalita. 

La Florentia Viola, con Gino Salica presidente e Giovanni Galli direttore sportivo, è costretta a ripartire dalla serie C2 con una nuova maglia e una squadra ricostruita da zero. Rimane soltanto capitan Di Livio. Ciò che non rappresenta una novità è l’amore dei tifosi che, come sempre e più di sempre, riempiono lo stadio. L’inizio in campionato è stentato e dopo nove giornate viene esonerato il tecnico Pietro Vierchowod in favore di Alberto Cavasin. Il cambio dà buoni risultati e, dopo un iniziale scivolone casalingo contro il Montevarchi, i ragazzi di Cavasin cominciano a volare grazie alle reti di Christian Riganò. Nella partita casalinga contro il Savona che determina la matematica promozione in serie C1, l’Artemio Franchi viene colorato di viola da oltre 35.000 spettatori. Pochi giorni più tardi, il 15 maggio 2003, Diego Della Valle rileva il marchio della vecchia società, restituendo alla squadra e a tutta Firenze il diritto a utilizzare il glorioso nome. La Florentia Viola si trasforma in ACF Fiorentina. 


Nella stagione 2003-04, l’inatteso ripescaggio per meriti sportivi in serie B (allargata a 24 squadre) spiazza sia la dirigenza che i tifosi. La società deve fare i conti con una rosa non adeguata per il torneo cadetto. Arrivano i primi gol di Riganò, ma non quelle vittorie in grado di assicurare la promozione in serie A. La rivoluzionaria campagna acquisti invernale rafforza ulteriormente il tasso tecnico. Emiliano Mondonico, subentrato nel frattempo a Cavasin, con una rimonta straordinaria, porta la squadra allo spareggio contro il Perugia (arrivato quart’ultimo in Serie A). In 180 minuti i viola si giocano i sacrifici del recente passato e le speranze di un futuro migliore, che ora sembra vicinissimo ma che bisogna comunque ancora conquistare sul campo. Sarà Enrico Fantini, uno dei nuovi acquisti di gennaio, a segnare le reti che consentono alla Fiorentina di espugnare Perugia e di pareggiare in casa la gara di ritorno. A tempo di record, dopo meno di 23 mesi dal fallimento, la Fiorentina è di nuovo in Serie A. 


Il mercato estivo consegna a Firenze giocatori come il giapponese Nakata, la giovane promessa Portillo in prestito dal Real Madrid, il nazionale danese Jørgensen, il nazionale ceco Ujfaluši, oltre a Chiellini, Miccoli e Maresca. A dicembre Gino Salica si dimette e la carica di presidente viene assunta direttamente da Andrea Della Valle. A gennaio arrivano anche il bulgaro Bojinov, Donadel e Pazzini, ma la prima stagione in serie A della gestione Della Valle è più che travagliata. Tra arbitraggi discutibili e l’avvicendamento di tre allenatori (Mondonico, Buso e Zoff), la Fiorentina si salva soltanto all’ultima giornata vincendo in casa contro il Brescia. E’ questa l’ultima partita per Angelo Di Livio che lascia l’attività a quasi 39 anni. 

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