1969-1980

Antognoni, la Quarta Coppa Italia e la Coppa di Lega Italo Inglese


Con lo scudetto cucito sulle maglie, la Fiorentina 1969-70, impegnata su quattro fronti, conosce una stagione discontinua che si chiude con il quarto posto in campionato e la qualificazione alla Coppa delle Fiere. I viola onorano la Coppa dei Campioni, dalla quale, dopo una memorabile vittoria a Kiev davanti a centomila spettatori (prima vittoria di una squadra italiana in URSS), vengono eliminati dal Celtic nei quarti di finale. Eliminazione ai quarti anche in Coppa Italia, mentre la Coppa delle Alpi sfugge soltanto in finale contro il Basilea. A metà del campionato seguente, il presidente Baglini sostituisce l’allenatore Pesaola con Oronzo Pugliese, il “mago di Turi”, che porta la Fiorentina a salvarsi dalla serie B per la migliore differenza reti nei confronti del Foggia. 

Nel 1971 il nuovo presidente Ugolini chiama in panchina il tecnico svedese Nils Liedholm, che recupera alcuni campioni d’Italia del ’69 e inserisce nuovi acquisti (come il centravanti brasiliano Clerici), chiudendo il campionato 1971-72 al quinto posto a pari merito con l’Inter e qualificandosi per la Coppa UEFA. I viola guadagnano anche la finale di Mitropa Cup ma nell’ottobre 1972 vengono battuti dai bosniaci del Čelik Zenica. La stagione 1972-73, che si conclude con il quarto posto finale, ancora a pari merito con l’Inter e con un’altra qualificazione alla Coppa UEFA, è quella dell’esordio in serie A di Caso, Roggi e soprattutto di Giancarlo Antognoni. La classe ha la meglio anche sull’emozione dei suoi diciotto anni e quel giorno a Verona la Fiorentina assiste alla nascita di uno dei giocatori più importanti della sua storia. In questa stagione i viola perdono la finale del Torneo Anglo-Italiano contro il Newcastle. 

L’anno seguente Gigi Radice subentra a Liedholm con un calcio aggressivo e spettacolare ma, dopo un fantastico girone di andata, l’inesperienza ed il calo fisico per un gioco troppo dispendioso portano ad un crollo di risultati ed al sesto posto finale. Nel 1974-75 Nereo Rocco sostituisce Radice ma deve fare a meno di De Sisti, ceduto alla Roma. Terminata la stagione all’ottavo posto, il tecnico triestino torna a Milano lasciando al suo vice Mario Mazzoni il compito di guidare la squadra nella fase finale della Coppa Italia, trofeo che viene conquistato il 28 giugno 1975 allo stadio Olimpico di Roma vincendo la finalissima contro il Milan, grazie ai gol di Casarsa, Guerini e Rosi. La formazione che scende in campo è composta da Superchi, Beatrice (Lelj e poi Rosi), Roggi, Guerini, Pellegrini, Della Martira, Caso, Merlo, Casarsa, Antognoni, Desolati. In tribuna c’è anche il futuro allenatore Carletto Mazzone. 

Per Beatrice è il primo trofeo insieme alla Coppa di Lega Italo - Inglese conquistata con la Fiorentina. Il 'Mastino' come era soprannominato per stazza e fisico importante si dovette però arrendere al destino nel 1987 al termine di una grave malattia diagnosticata appena due anni prima.

La vittoria consente alla Fiorentina di partecipare alla Coppa delle Coppe (eliminata agli ottavi) ed alla finale di Coppa di Lega Italo-Inglese, che viene vinta battendo il West Ham United sia a Firenze che a Londra. In campionato però la squadra allenata da Carletto Mazzone non brilla ed al termine della stagione vengono ceduti Superchi, Brizi e Merlo, gli ultimi rappresentanti del secondo scudetto. Nel 1976-77 i viola ottengono un ottimo terzo posto e la relativa qualificazione alla Coppa UEFA. 

Nel 1977-78 soltanto nell’ultima giornata la Fiorentina riesce a mettere tre squadre dietro di sé in classifica e ad evitare la retrocessione. I viola si salvano grazie alla migliore differenza reti rispetto a Genoa e Foggia. Mentre la Fiorentina pareggia in casa con il Genoa, provvidenziale si rivela un gol dell’interista Scanziani al Foggia. In questa travagliata stagione si registra un doppio cambio in panchina (Mazzone rilevato da Mazzoni e quest’ultimo sostituito da Chiappella), mentre il presidente Ugolini si dimette e viene sostituito da Rodolfo Melloni. 

Paolo Carosi è il tecnico delle due stagioni successive. Nel 1978-79, dopo un buon inizio al quale segue una serie negativa di undici partite senza vittorie, la Fiorentina si rialza e chiude il campionato con un buon sesto posto a pari merito con il Napoli. La stagione 1979-80 è segnata dalla scomparsa del presidente Melloni. La poltrona viene occupata temporaneamente da Enrico Martellini che traghetterà la Fiorentina verso la prima gestione manageriale della sua storia, quella della famiglia Pontello. Lo scandalo delle scommesse clandestine, il cosiddetto Totonero, non coinvolge la società gigliata né suoi calciatori. La squadra, partita maluccio, chiude al sesto posto finale, divenuto poi quinto per la retrocessione a tavolino del Milan. 

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